22 may 2011

15-M/3. Ieri a Barcellona sono ritornate le assemblee del popolo. Tutti seduti in Plaça Catalunya, votavano all'unanimità proposte come le mobilitazioni di quartiere, l'accesso popolare ai mezzi di comunicazione (sic!) o la cogestione delle università. Un ritorno agli anni '30, o ai '70, almeno in questo pezzetto di città ri-occupato dall'ideologia. Già si respirava piuttosto chiaramente il tipico lezzo dell'allergia al dissenso, così caratteristico dei manuali di manipolazione delle masse.
Gli oratori - chi erano, chi li ha delegati - leggevano punti di un fantomatico programma, gli oranti della comune rispondevano come un sol uomo. Chi era con me a un certo punto ha detto: "Non mi piace". E siamo andati via.
P.S. Quelli che continuano a parlare di proteste contro il governo, di spontaneismo e di coscienza condivisa non hanno messo piede in Spagna da tempo, e certamente non sono stati a Barcellona in questi giorni. E' chiaro che il clima di incertezza economica fa sì che al movimento si avvicino anche persone sinceramente preoccupate per il loro futuro. Ma descrivere quanto sta accadendo tacendone la natura ideologica antisistema e il massimalismo è operazione di rara (per quanto consueta) disonestà intellettuale. Non a caso è la linea di tutti i telegiornali spagnoli e di gran parte della stampa italiana.
P.P.S. Ascoltato con le mie orecchie durante una delle tante assemblee con megafono. Proposta: sostituire la candeggina con l'aceto nella pulizia della piazza, perché la prima è tossica mentre il secondo è ecologico. Ovviamente approvata all'unanimità. Un altro bucato è possibile.
P.P.P.S. Ecco Beppe Grillo che fa sua anche questa. Imperdibile.















Un'altra occasione persa.
Come scrivevo nel primo post di venerdì, il sequestro della protesta da parte dell'estrema sinistra ha ucciso sul nascere ogni speranza di un autentico risveglio civile:
"Por lo tanto, desde ayer, que tomaron estas decisiones, han dejado de representar otra cosa que a un grupo de los muchos que hay en España, un grupo de altermundistas que quieren una opción política de extrema izquierda y que pueden perfectamente presentarse a las próximas elecciones generales con su propuesta y ver cuánta gente les apoya.
Por lo tanto, que se vayan a sus casas y dejen de ocupar un espacio público que es de todos, no sólo de ellos. Su momento de gloria ha acabado. Tuvieron una oportunidad de servir como un movimiento regenerador pero la poca pluralidad y nula transversalidad de sus propuestas ha abortado esa posibilidad. Hay un “tiempo de buscar, y tiempo de dar por perdido” y la acampada de Sol se puede dar por perdida
".

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