7 oct 2011

La più grande di tutte le facezie. Rastani era un impostore, si dice. No. Rastani ha giocato le sue carte nella fiction globale che ci circonda e ha vinto la mano. A perdere mano e faccia non sono oggi i Rastani di turno, ma quelli che affidano loro i propri microfoni e megafoni. In questo caso la BBC ma potrebbe essere chiunque, visto il livello di professionalità con cui ormai si confezionano i prodotti mediatici. Quando dico che Internet ha moltiplicato ma allo stesso tempo svilito la comunicazione e il messaggio non è perché io sia contro la diffusione delle idee in rete ma perché ho la sensazione che la possibilità globale e indiscriminata di esprimersi porti inevitabilmente ad accettare come valida la più grande di tutte le facezie: che tutte le opinioni sono uguali e hanno lo stesso valore. Se così fosse, nulla sarebbe. Ed è verso il nulla della conoscenza, della competenza, della scelta, della decisione che ci stiamo avviando, grazie all'effetto esponenziale del blob che non l'informazione di massa ma la divulgazione di massa ha prodotto. C'è un delirio da mandare in onda? Garantisce la BBC. E giganteggia l'eco e tutti ne parlano e la bolla cresce. E non importa chi sia Rastani, quel che importa è che dica quel che vogliamo sentire: che la finanza è senza cuore, che le banche falliranno, che il capitalismo è un vampiro succhiasangue. Invece di trattenere il fiato, le masse trattengono il ragionamento. Le élites (o supposte tali) pure, tanto è vero che a Rastani rispondono dopo cinque minuti ministri ed economisti, dimostrando in fondo di crederci. E se domani succedesse quel che ha detto Rastani non sarà perché aveva ragione lui. Sarà perché una società che si fa dettare l'agenda informativa, politica ed economica da Rastani è capace di qualsiasi cosa. Perfino di divorare se stessa senza accorgersene.

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