31 mar 2012

La famiglia. E' sabato e Luca Sofri ci regala un libro di Adriano Sofri (scritto in tre giorni) su Piazza Fontana. L'articolo dell'altro non giorno non bastava, i Sofri hanno ancora un sacco di cose da dire sulla loro storia personale. Certo, quando osi fare una domanda sul tema, è facile che ti rispondano: "Basta, non ne possiamo più". Ma intanto non perdono un'opportunità per ricordare al gentile pubblico la ragione per cui oggi il giovane dirige un giornale online e lo invitano ai talk-show. A corollario, se non avessero ancora occupato interamente il vostro fine settimana, un'intervista della moglie di Luca Sofri, nonché nuora di Adriano Sofri, al sindaco di Bari, in cui si parla tra l'altro delle cozze pelose. Io, se proprio devo scegliere una dinastia, preferisco i Savoia.
Ecco, per capire bene di cosa si tratta, riporto un passaggio dell'instant-book di Adriano. Uno dei più chiari, fluidi e di facile lettura. E' stato anche scelto dal figlio per presentare il libro, quindi dev'essere particolarmente significativo:
Se si intenda il “doppio Stato” non come una figura onnipervasiva capace di ingoiare e piegare a sé ogni ambito e ogni manifestazione della vita sociale e civile, ma come una condizione effettiva e influente dell’Italia nel contesto della guerra fredda e di un’eredità dal regime fascista tutt’altro che regolata, e poi del labirinto di trame che hanno costellato lo scontro politico e sociale fino al colmo di violenza fra fine dei ’70 e inizio degli ’80, si capisce come una visione sospettosa allarmata esasperata e disperata abbia largamente occupato allora menti e animi. Però la constatazione non è esauriente, se si guardi a che cosa è successo poi. È come con le ideologie totalizzanti ed escludenti di una volta, cui si fa carico di aver nutrito e coltivato odio e violenza cieca: e però, tramontate le ideologie, ne è venuta largamente meno un genere di violenza, ma non hanno affatto ceduto odio e messe al bando, sicchè si è dovuto amaramente ammettere che le ideologie totali offrivano loro un eccellente pretesto, ma che l’odio e l’intolleranza sanno cercarsi i propri pretesti anche nei climi più diversi.
Uso sofriano del congiuntivo: "(...) la constatazione non è esauriente, se si guardi a che cosa è successo poi".

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